Quasi tutte le specie della flora, in misura più o meno notevole, sono state soggette all'azione dell'uomo che si è esercitata fin da tempi antichissimi e che continua tuttora. Le specie arboree più pregiate sono state le più colpite e così oggi si deve constatare che alcune di esse sono estremamente ridotte come ad esempio l'abete bianco (Abies alba) che sopravvive soltanto in due ristrettissime località: a Bocca Trabaria, in provincia di Pesaro, e , nella Valle della Corte, sui Monti della Laga, in provincia di Ascoli Piceno.
I botanici del secolo scorso hanno peraltro descritto foreste secolari, mai tagliate dall'uomo, che esistevano in diverse località delle Marche, come la Selva della Scurosa, nei dintorni di Camerino, una faggeta con alberi giganteschi e secolari di cui ci parla Agostino Reali nell'opera «Gli alberi e gli arbusti del circondario e dell'Appennino camerte», Camerino 1871-76 (Ristampa 1977).
Anche alcune specie erbacee sono assai rare come la barba di Giove (Anthyllis barba-jovis), che, nel secolo scorso è stata segnalata sulle coste rocciose del Conero, ma che oggi deve ritenersi scomparsa perché non è stata più rinvenuta ormai da molti anni.